Portogallo 1985, quel piccolo “miracolo” di Miki Biasion con la 037
In Portogallo, la Lancia decide di non presenziare con la squadra ufficiale e manda una sola vettura: alla guida c’era un giovane Biasion
La stagione 1985 si vive quasi in disarmo in casa Lancia. La 037, capace di vincere al debutto il campionato del mondo nel 1983 battendo l’Audi, segna ormai il passo con le sue due sole ruote motrici. La concorrenza è più che mai agguerrita: all’Audi che ha vinto il campionato 1984 si è aggiunta dal rally di Corsica in poi anche la Peugeot con la 205 Turbo 16. Un debutto vincente per la piccola francese che è il nuovo riferimento per la categoria dei gruppo B. A Chivasso si opta per un impegno ridotto anche perchè si lavora alacremente sulla nuova arma della casa torinese: la Delta S4 che debutterà, vincendo, al Rac di fine anno.
Per l’edizione 1985 del rally del Portogallo, la Lancia decide di non presenziare con la squadra ufficiale e manda pertanto una sola vettura: quella del Jolly Club che schiera all’ora ventisettene Massimo Biasion, la cui carriera è in forte ascesa dopo avere dominato con la “Zero” sia l’europeo che il campionato italiano 1983. Fiorio lo tiene in grande considerazione anche per le sue doti di collaudatore.
Come al solito il rally del Portogallo è misto asfalto-terra anche se in realtà i chilometri tutti in asfalto della prima tappa sono un’inezia rispetto a quelli misti e tutto terra delle tappe successive. Audi e Peugeot si presentano rispettivamente al via con Bomqvist, Rohrl, Salonen e Vatanen. Miki sa già in partenza di non avere speranze di vittoria contro le quattro ruote motrici degli avversari, pertanto con il Ds del Jolly Club, Claudio Bortoletto, decide di andare al massimo nella prima tappa su asfalto e poi vedere cosa accade.
Pronti, via e le cose non vanno benissimo per Miki che chiude la prima prova speciale della gara solo al quarto posto. In realtà il giovane pilota sta solo prendendo le misure e infatti vince le due PS seguenti, tra le quali quella storica di Sintra, e prende a quel punto il comando della gara. Biasion si scatena e nel corso della prima giornata e mezza si aggiudica ben 11 speciali, prevalentemente in asfalto, sulle 17 in programma e guida la classifica con 58 secondi di vantaggio su Rohrl.
Ovviamente il giorno seguente con l’arrivo della terra la musica cambia. La leadership del pilota di Bassano dura appena due prove speciali con Rohrl che passa a condurre il rally già dalla ventesima prova. Rohrl è scatenato, vince diverse prove speciali e stacca tutti gli avversari in classifica generale. Vatanen invece stacca una ruota e abbandona la compagnia. Anche Blomqvist ha problemi e il suo rally procede a singhiozzo. La terza tappa vede ancora il dominio di Rohrl che ha il rally in pugno. Biasion con una gara accorta è incredibilmente terzo. Ma ecco che all’inizio della quarta tappa arriva il colpo di scena: Rohrl durante la terza prova della giornata rompe il differenziale e perde due minuti a cui se ne aggiungono altri cinque di penalità al Controllo Orario successivo per la sostituzione del cambio. Salonen passa al comando del rally con un vantaggio di quasi 6 minuti su Biasion che a sua volta ha solo 20 secondi di vantaggio sul pilota Audi che ha pure forato e perso altri due minuti. Mancano sole 4 prove speciali al termine del rally che, per fortuna di Miki, sono abbastanza brevi, fatta eccezione per l’ultima, la Coruche di 20 chilometri. Al Jolly Club si pone un dilemma: andare di conserva e salvare almeno il terzo posto o provare a resistere? Bortoletto non ha dubbi: incita il pilota ad andare al massimo.
Miki ci prova, ma Walter nelle prime due prove gli rosicchia già 14 secondi. Decide quindi di dare il tutto per tutto e nei 9 chilometri della prova di Martinchel stacca il miglior tempo con la sua 037, mentre Rohrl è attardato da problemi al turbo e perde quasi due minuti. A nulla servirà la vittoria del tedesco nell’ultima PS del rally. Biasion salva il secondo posto e il suo nome, dopo l’impresa, è già sui taccuini di tutti i direttori sportivi della case impegnate nel mondiale, tra i quali Jean Todt al timone della Peugeot. Passano alcuni mesi e Miki si trova quindi a Parigi per discutere un possibile ingaggio per la stagione 1986 con la Peugeot: Miki ha la possibilità di disputare tutto il mondiale 1986 sulla macchina da battere, la 205. Si prende del tempo per firmare però e al suo ritorno a Bassano trova un messaggio di Fiorio che lo convoca immediatamente a Torino. Decide seduta stante di rimanere con la Lancia. Il resto è storia.
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