Rally

“Targa Florio. Le Madonie e la gara più bella”: il libro sulla “Cursa” e la sua terra

Si è tenuta qualche giorno fa nella splendida cornice delle Notti Clandestine, a Termini Imerese, la presentazione del libro “Targa Florio – Le Madonie e la gara più bella” di Francesco Terracina.

Oltre all’autore, erano presenti anche il direttore artistico della kermesse termitana Rocco Mortelliti, rimasto stupito dalla grandezza della storia della gara più antica al mondo, Totò Riolo, pilota di Cerda e plurivincitore della Targa Florio, che tantissimo sta facendo insieme ad Aci Sport e al sodalizio Targa Racing Club per far crescere sempre più la visibilità della “Cursa”. Non potevano mancare i curatori dei musei dedicati alla gara Nuccio Salemi, per quanto riguarda Termini Imerese e Antonio Catanzaro che gestisce quello di Cerda. I due non hanno fatto mancare i tantissimi aneddoti che gravitano attorno alla Targa Florio, ricca di storia, glamour e profondamente intrinseca nella cultura di ogni siciliano.

Dalle parole di Francesco Terracina è emersa una Targa Florio capace di portare alla ribalta mondiale un territorio prevalentemente basato su una economia legata all’agricoltura. Vincenzo Florio, giovane rampollo della famiglia di armatori e industriali, è stato in grado di far sì che in Sicilia arrivassero le principali case automobilistiche al mondo come Ferrari, Porsche, Alfa Romeo, Maserati, Mercedes, Lancia, Ford; piloti del calibro di Nuvolari, Varzi, Fangio, Siffert e tanti altri piloti, spesso anche impegnati in Formula 1.

Dalla lettura si evince come nei piccoli borghi madoniti, i siciliani entrassero in contatto con i più importanti nomi del motorsport mondiale e si mettessero a loro disposizione. L’opera aiuta a tramandare la passione e la tradizione della gara più antica del mondo ai posteri (erano le 6 in punto del 6 maggio 1906 quando la Fiat di Vincenzo Lancia si posizionò sulla linea di partenza della prima edizione ndr.) in modo che questo grande evento che caratterizza l’identità di una regione intera non vada perduto, bensì continui a sfidare il tempo e l’eternità, così come auspicato da Vincenzo Florio: “Continuate la mia opera perchè l’ho creata per sfidare il tempo”.

Francesco Aglieri Rinella

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