Rally RAC 1998: quei fatidici ultimi 300 metri

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Legge dei rally: le gare finiscono solo quando si raggiunge il parco assistenza dopo l’ultima P.S

Rally RAC 1998

Ancora una volta nella sua storia il RAC Rally, ultima prova del campionato del mondo 1998, è designato ad essere decisivo per l’assegnazione del titolo mondiale. I duellanti sono il campione del mondo in carica Tommi Makinen con la Mitsubishi Lancer e Carlos Sainz al volante della Toyota Corolla, vettura che segna il ritorno ufficiale nel campionato del mondo della casa giapponese dopo lo scandalo del 1995 (squalifica per manomissione delle flange dei turbo delle Celica). I due piloti sono separati da appena 2 punti, un’inezia. Makinen arriva in Inghilterra forte dei 3 successi di fila che ha inanellato prima del gran finale. Le sue vittorie in campionato alla vigilia del Rac sono 4. Sainz ha conquistato solo due successi, di cui uno a Montecarlo (gara del debutto per la Corolla), ma è stato molto regolare durante la stagione e può contare su ben 5 piazze d’onore.

Si prevede un rally scoppiettante e invece il duello tra i due dura appena una manciata di speciali. Perchè alla quinta prova speciale accade qualcosa di incredibile. Makinen scivola sull’olio lasciato da una vettura storica protagonista di una gara di contorno passata qualche ora prima. Olio che nessuno si è premurato di togliere o quantomeno di segnalare. Il finlandese in uscita di curva va a impattare con il posteriore su un blocco di cemento posto ai lati della strada. La sua Lancer ne esce zoppa. La ruota posteriore destra penzola, ma Tommy, come un novello Gilles Villenueve, prosegue ugualmente su tre ruote che diventeranno due nel corso della speciale successiva quando la ruota danneggiata si staccherà del tutto: l’anteriore sinistra infatti a quel punto non tocca più l’asfalto. Nel frattempo un incredulo Sainz si trova beatamente in seconda posizione alle spalle dell’idolo di casa Colin McRae.

Il finlandese vista la brevità delle PS della prima tappa e nonostante tutto quello che gli è successo, ha perso “solo tre minuti” e prova a raggiungere l’assistenza, ma purtroppo non ha fatto i conti con l’inflessibile polizia inglese che, vedendolo procedere su strade aperte al traffico su tre ruote, non può far altro che fermarlo e vietargli di proseguire. Tommi neanche protesa: sa che le vetture e i piloti devono rispettare il codice della strada. Per Sainz adesso è tutto più facile. Al matador a quel punto basta il quarto posto per vincere il titolo. Carlos saggiamente capisce che è il momento di tirare i remi in barca e quindi “passeggia” per tutto il rally, lasciando Burns, Kankkunen e Alister McRae, (fratello di Colin e nell’occasione suo compagno di squadra in Subaru) a giocarsi tra loro la vittoria finale. Al termine della seconda tappa il madrileno è quarto in classifica generale dietro i tre. Colin McRae, che aveva dominato la gara sino alle speciale 19, si è ritirato per un guasto al motore.

Alla vigilia della partenza dell’ultima tappa Sainz viene intervistato dalla televisione e alla domanda sulle possibilità di vincere il titolo ridendo risponde che ha il 99% di possibilità, mentre a Makinen rimane solo l’ultimo punto. In effetti cosa potrebbe andare ancora storto? Per lui le cose vanno sempre meglio: nel corso della prima prova speciale di giornata Alister McRae si ritira per incidente e quindi sale al terzo posto. Nelle prove speciali successive il pilota Toyota guida ancor più di conserva e si fa superare in classifica da Thiry, retrocedendo nuovamente al quarto posto.

Prova speciale numero 28, ultimo scratch della stagione, quello decisivo: 28 chilometri da percorrere trattenendo il fiato fino al traguardo. Il madrileno con al fianco il fido Moya a scandire le note affronta la prova con molta attenzione. Cosa potrebbe comunque andare storto? Ultimo chilometro ormai è fatta… anzi no. A circa 700 metri dal traguardo la Toyota Corolla numero 5 comincia ad andare male e a fumare. A 300 metri la vettura esala l’ultimo respiro in una nube di fumo. Sainz e Moya scendono subito dall’auto: possono gestire due minuti di vantaggio su De Mevius che li segue in classifica e quindi possono provare a far qualcosa per ripartire. Carlos apre il cofano della vettura e Moya riversa fiumi di schiuma dall’estintore sul motore rovente. Poi incita Sainz a riaccendere, ma la vettura rimane muta. Sainz scende completamente stralunato in volto, lo sguardo perso. Non dice una parola. Moya invece è una furia: impreca, prende a calci la macchina e lancia il casco contro il lunetto posteriore della vettura che va in frantumi. É finita. Il mondiale 1998 viene vinto in extremis da Makinen, nel frattempo tornato a casa. Viene raggiunto al telefono da suo team, che ha appena vinto il rally con Burns e conquistato il titolo costruttori: “Tommi, congratulazioni, sei tre volte campione del mondo. Sainz ha rotto il motore nell’ultima prova speciale e non ha tagliato il traguardo”.

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